Aggressioni al personale sanitario: Possibili Soluzioni
Le Aggressioni al personale sanitario stanno diventando, purtroppo, un fenomeno allarmante.
Alla base di tali aggressioni, come ben noto, esiste un malcontento dell’utenza, malcontento legato principalmente a:
- presunti ritardi dei mezzi di soccorso
- impossibilità, da parte dei parenti del paziente,nello scegliere l’ospedale di destinazione.
- lunghe attese nei Pronto Soccorso cittadini.
Le Possibili soluzioni da noi analizzate sono:
- rivisitare gli accordi stilati tra Continuità assistenziale e Emergenza Sanitaria Territoriale 118.
- pagamento del ticket per il servizio 118 nei casi di codici bianco e verde, come si fa già in altre regioni
- riconoscimento della qualifica di “pubblico ufficiale” al personale sanitario in servizio, con la possibilità all’ASL di attivare il procedimento penale in caso di aggressione.
- tutela legale per le vittime di aggressioni. Molti operatori hanno timore nello sporgere denuncia individuale poichè le ritorsioni da parte dell’aggressore sono un’evento assai probabile.
- stabilizzazione di tutti i precari del servizio 118 al fine di evitare la fuga degli operatori con contratto a tempo determinato in regioni confinanti che promettono maggiore stabilità
- aumento del numero dei mezzi di soccorso sul territorio della città di Napoli. Attualmente il capoluogo campano è coperto da n.18 ambulanze, 12 medicalizzate e 6 non medicalizzate. Di queste 18 ambulanze solo 15 fanno servizio h24, ergo di notte la città di Napoli , la quale ha un bacino d’utenza di circa 966.425 abitanti, è servita da solo 15 ambulanze. Per il DM 70 per ogni 75.000 abitanti ci dovrebbe essere una Ambulanza , attualmente il rapporto è 1:60.000.
Dott. Manuel Ruggiero
Nessuno Tocchi Ippocrate